LUISA CHIUMENTI
Al di là del senso del mistero, della suggestione di mondi lontani, che permea questo suo ultimo lavoro ?Il Mistero della Terra senza il Male?, la scrittura di Nica Fiori piuttosto piana e scorrevole colpisce, in questa serie di tre brevi ?storie?, per l? acuta introspezione delle sensazioni spontanee che credo ogni lettore possa ?ritrovare? nel comportamento anche inconscio di ogni personaggio nei confronti con il suo ?prossimo?.
Quel pensiero continuo, un po? espresso e un po? taciuto, che accompagna la prima parte del volo in aereo verso quel viaggio che il protagonista aveva prima sognato, e per il quale poi aveva anche subito la delusione dell?affidamento dell?incarico ad un altro collega, sembra diventare all?improvviso ?reale? solo quando trova un insospettato interlocutore, che lo comprende, lo incoraggia e con il quale quel pensiero riesce a diventare il canovaccio di un proficuo rincorrersi di immagini, a mio avviso, assolutamente naturale e molto efficace.
E così mi è apparso per tutte e tre le ?storie? sottese dal libro di Nica Fiori ?Il mistero della Terra senza il Male? , recentemente pubblicato.
Naturalmente c?è, fra le quinte la ?vera? storia? , come quella in cui??correva l?anno 1759, allorché un gesuita missionario, Giuseppe Andrea Lombardini, trovandosi fra gli indios Jaròs e i Guaranì del Paraguay, veniva ?prelevato? da uomini del Sant? Uffizio e portato nel carcere del monastero domenicano di Narni. Qui, sottoposto a processo, sotto l?accusa di ? essersi allontanato dalla religione e essersi arricchito con mezzi illeciti? vedeva concludersi la propria vita con un duro giudizio, che lo portava ad essere irrevocabilmente giustiziato. La ?storia? di Giuseppe Andrea Lombardini, tradotta in italiano da Francesco Mattei, aveva costituito un manoscritto che, inserito nel contesto della ricerca dei documenti d?archivio, era in certo modo diventato un?altra ?storia nella storia?, con quell?enigmatica interpretazione della scrittura ?che non somigliava a nessuna che lui conoscesse? ( come osserva il protagonista) . Ed è così che la ?storia? narrata da Nica Fiori, segue le vicende appunto dell? archivista italiano che compie un viaggio di ricerca in Sudamerica sui gesuiti italiani e la loro opera di sviluppo culturale, sociale e politico nella zona del Rio della Plata e poi vive una storia d?amore con Giuliana, nella quale peraltro entrano anche altre due donne.
E di nuovo una forte suggestione è suscitata molto bene dall?Autrice, intorno al messaggio portato dal misterioso personaggio Alfredo Cellini (probabile discendente da Benvenuto Cellini e, come il famosissimo scultore studioso di simbologia) , che lo presenta come un veggente che ?legge nell?anima?.
Colpisce nel testo, la continua e minuziosa presentazione di ogni contesto in cui si sviluppa l?azione o anche solo il pensiero dei protagonisti, ciò che evidentemente deriva da una profonda erudizione geografica, letteraria, religiosa e scientifica dell?Autrice, pur sempre oscillante tra fantasia e miraggio, in un gioco garbato che sollecita l?interesse e la curiosità del lettore.
E la basilica ipogea di Narni, dove il romanzo è nato e deve necessariamente finire, prigione e luogo di pena del gesuita Lombardini è una scoperta anche per il lettore ( perché così è per chiunque abbia modo di fare una tale esperienza ) e serve proprio a ? ricostruire un frammento di storia che per un profano poteva sembrare poca cosa, ma per lui era importante. Era quello che aveva sognato da ragazzo e ai sogni, ora lo sapeva, bisognava credere?.
Ma oltre a questi luoghi misteriosi e simbolici, la Fiori sa descrivere altri più usuali contesti, come Buenos Aires, ad esempio, che vive subito, alle varie ore del giorno, dinanzi agli occhi del lettore, con grande efficacia ed un linguaggio semplice e naturale.
Nica Fiori vive e lavora a Roma, dove svolge da tempo una intensa attività quale giornalista e saggista, sensibile alla storia, come alla contemporaneità che sa spesso fondere, come in questo libro, con arguzia e sottile ironia.