Testo e Foto di ANNAROSA TOSO


Particolare del monumento a Giordano Bruno
    

Il grande attore romano Aldo Fabrizi, in uno dei suoi sketch a proposito di Roma sparita disse: ?A Campo de? Fiori, una volta, in una stanza ci vivevano cinque romani, mentre adesso un forestiero abita da solo in un appartamento di cinque stanze?.

Non c?era esagerazione e il senso era proprio l?imbastardimento di una realtà romana verace scomparsa e lo spopolamento dei rioni Parione e Ponte che vantavano di ospitare i veri discendenti degli antichi romani e che hanno sempre contrastato all?altrettanto storico rione Trastevere questo primato. E se consideriamo che Fabrizi è morto già da parecchi anni possiamo immaginare che forse adesso di romani, quelli delle famose sette generazioni, che abitano piazza e dintorni, non sono così tanti.  Da qualche tempo è anche cominciato l?esodo di attori e artisti, o semplicemente amanti della Roma antica, che erano andati a vivere in questo luogo magico ma sono dovuti scappare via da Campo de? Fiori a causa dei costanti rumori, dell?affollamento e della confusione.

Un banco a Campo de’ Fiori
    
Insomma oggi vivere a Campo de? Fiori richiede una grande pazienza e la consapevolezza di avere poca pace e tranquillità, perché Campo de? Fiori è un salotto, un luogo di ritrovo, un posto alla moda aperto a tutti. Un prezzo da pagare ricompensato ampiamente dalla bellezza della piazza e delle vie che la circondano.

L?origine del nome Campo de? Fiori risale a quando il luogo – intorno alla fine del 1300 – fu abbandonato e trascurato fino a trasformarsi in un campo dove crescevano bellissimi fiori di prato, dalle margherite, ai papaveri e ai nontiscordardime. Altre fonti ci dicono che il nome è ben più antico: deriverebbe da Flora, la donna amata dall?imperatore Pompeo.

E? il mercato che ha resa famosa  Campo de? Fiori da quando nel 1869 fu trasferito dalla vicina piazza Navona. I banchi vengono tuttora montati e smontati ogni giorno per lasciare nel pomeriggio la piazza nella sua integra bellezza, con la statua di Giordano Bruno eretta nel luogo esatto dove il monaco eretico e dissidente, il 17 febbraio del 1600 fu messo al rogo. La statua, opera dello scultore Ettore Ferrari, venne inaugurata nel giugno del 1889, quasi 300 anni dopo la morte di Giordano Bruno. Campo de? Fiori fu per lungo tempo un luogo dove le esecuzioni capitali erano frequenti. Altrettanto famosa quella che nel 1634 vide sfortunati protagonisti a Campo de? Fiori  due monaci rinnegati che insieme a una terza persona avevano attentato alla vita di papa Barberini, Urbano VIII. Una triplice esecuzione che come voleva la tradizione, attirava folla anche dai paesi vicini che arrivava per seguire l?evento e che arricchiva locande e trattorie di tutto il circondario.
        
Piazza Farnese
Prima che Campo de? Fiori ospitasse le esecuzioni ? un tempo era piazza Navona il teatro delle condanne a morte, – la piazza anche nel cinquecento era un posto alla moda, un centro residenziale e alberghiero, un importante centro di affari. Tutto intorno pullulava di locande: tra le più note l?Osteria della Vacca, all?angolo tra vicolo del Gallo e Via dei Cappellari, la cui proprietaria era Vannozza Catanei, una delle amanti di papa Rodrigo Borgia che possedeva quattro locande e osterie e si comportava come una abile donna di affari.

Proprio come adesso, che Campo de? Fiori è un posto alla moda, un luogo ricercato da giovani e dai turisti, tant?è che la maggior parte degli esercizi commerciali negli ultimi decenni si sono trasformati in bar, ristoranti, birrerie e fast food.

Su un lato della piazza, proprio accanto al cinema Farnese si trova  un palazzo, un tempo di proprietà degli Orsini, dall?aspetto austero e quadrato.  Attraversando Campo de? Fiori sulla Via dei Baullari che  taglia la piazza quasi a metà, si scorge sullo sfondo palazzo Farnese, sulla omonima piazza. Costruito da Alessandro Farnese, diventato poi papa Paolo III, questo palazzo costò una fortuna al Farnese che nella costruzione impegnò tutto il suo patrimonio con varie interruzioni dei lavori e  dovette  subire anche l?ironia dei romani che sotto la statua di Pasquino scrissero: ?lasciate un obolo al povero Farnese per la costruzione della sua casa?. Palazzo Farnese, con l?elegante cornicione ideato da Michelangelo sembra accogliere e abbracciare il passante con tutta la sua maestosa ed elegante imponenza. Dal 1871 è sede della ambasciata di Francia che versa allo stato italiano un affitto simbolico di una lira ogni 99 anni.
        
Frutta e verdura a Campo de’ Fiori
Di sicuro sappiamo che Campo de? Fiori malgrado un pizzico di decadenza che coinvolge tante strade,  conserva ancora tanto, tanto fascino. Il mercato, malgrado la trasformazione è ancora molto caratteristico, forse ancora il più bel mercato di Roma, anche se gli acquirenti sono cambiati, non sono più il popolino di una volta, ma gli esponenti di una agiata borghesia, oltre ai tanti turisti che ogni giorno si riversano in piazza.

Il mercato, con qualche banco in meno e con venditori plurilingue,  è  rimasto quello che come nel passato, fornisce primizie, pesce freschissimo,  carni prelibate, abbacchi. E a proposito di abbacchi una donna che faceva la spesa e che voleva sapere quale fosse la differenza tra l?agnello e l?abbacchio ebbe questa risposta:  ?a signo?, so? sempre figli della pecora. Co na differenza: l?agnello se vende e se magna in tutta  Italia, l?abbacchio  è na cosa nostra, è solo de Roma? .
    

    
A Campo de? Fiori degli anni cinquanta si poteva trovare proprio tutto: c?erano persino le ?ciccarole?. Chi erano queste donne? Erano quelle che vendevano il tabacco delle cicche di sigarette, che prima  recuperavano per la strada con apposito bastone fornito di chiodo o spillo per infilzarle. E la cosa che oggi potrebbe sembrare incredibile è che erano in molti a fumare la sigaretta fai da te confezionata con la cartina e riempita con il tabacco già aspirato.

Poi c?erano le vignarole che avevano veramente i prodotti dei loro campi, soprattutto la cicoria, sistemati in grandi cesti più grandi di loro e le ovarole che vendevano le uova che prima di incartare guardavano con aria esperta in un tubo di cartone. 

Forse il lettore avrà dei dubbi su quello che sto per dire, ma io, soprattutto in alcune mattinate fresche di prima estate, mi svegliavo con i profumi della frutta e della verdura che inondavano la mia camera, che si affacciava su corso Vittorio, esattamente all?altezza di piazza della Cancelleria che a sua volta confina con Campo de? Fiori. Erano gli odori buoni del mercato quando la parola inquinamento era solo una parola strana e il traffico era  scarsissimo. Quegli odori che erano quelli delle pesche e del basilico, dei peperoni e dei pomodori. E poi l?odore del pane di quel forno che è ancora lì, accanto all?altrettanto storica trattoria La Carbonara. Sono tra i pochi esercizi commerciali rimasti, perché quasi tutto il resto è sparito. E dal momento che indietro non si torna, godiamoci questo palcoscenico, questo set che cambia protagonisti ogni sera.
    
Un attico a piazza Campo de’ Fiori
    
Amata dai giovani e dai turisti, alcuni eccessi hanno spinto il comune a provvedimenti come quello che ha vietato a Campo de? Fiori  la vendita di birre e vino in lattine o in vetro proprio per evitare che un luogo magico diventi troppo spesso teatro di baldorie pericolose. Al momento in cui stiamo andando in stampa il divieto è stato revocato e la piazza non è proprio un esempio di pulizia e lindore. Il Comune dovrebbe fare più sforzi per tenere piazza, monumento e luoghi limitrofi lindi e puliti, perché le bottiglie di birra abbandonate, cartacce, bicchieri di plastica, alcuni odori non sono un bel biglietto da visita per dei luoghi unici come Campo de? Fiori e dintorni.