LUISA CHIUMENTI
Isamu Noguchi, Nobushige Akiyama, Shuhei Matsuyama e Anna Onesti: questi i quattro artisti che hanno presentato a Roma, presso l? Istituto giapponese di Cultura, le proprie interpretazioni di fronte a questo stupendo ?dono del gelso?: la duttile ?carta giapponese?.
Si può quindi ammirare in mostra come questo materiale acquisti una tale corposità materica, da divenire vera e propria scultura, come nel caso dell?opera ?I cinque sensi?, realizzata da Nobushige Akiyama che, nato a Yokohama nel ?61, vive e lavora a Roma, dove ha frequentato l?Accademia di Belle Arti, avendo già conseguito il diploma in Arte e Design, presso l?Università di Tokyo ( specializzata in scultura), nel ?65.
Shuhei Matsuyama dà invece una interpretazione tale del medesimo materiale, da far intendere tutte le meravigliose possibilità di fusione, nell?adeguamento espressivo, tra la cultura occidentale e quella orientale. E come meglio aiuta a comprendere l?attenta curatrice della mostra, il critico d?arte Stefania Severi, Shuhei Matsuyama ribadisce nelle sue opere, quanto dice di sentire profondamente: ? Qui ho appreso molte cose nuove che hanno giovato al mio spirito [ ?], ma devo al Giappone l?esperienza e lo stimolo che mi consentono di esprimermi con gioia nella vita che altro non è se non arte? ( cfr. Catalogo della mostra, con testi di Stefania Severi, edito da Edizioni Arteuropa ? Roma aprile 2006 , nell?ambito di ?Roma d + ? Roma design più 2006 ).
E? ben noto come la carta sia sempre stata un elemento fondamentale nella vita giapponese sia per quanto attiene alle realizzazioni artistiche, che per tutto ciò che riguarda anche la più semplice quotidianità. E il fascino del materiale risiede particolarmente proprio nella ?duttilità materica del ?washi?, prodotto a livello industriale? , come ha sottolineato Yoshihito Otsuka, Direttore dell?Istituto Giapponese di Cultura in Roma, ?ma anche, e poderosamente?, prodotto ?a livello artigianale?.
In particolare la protagonista della presente mostra è la carta di tipo ?kozo?, derivante dal gelso giapponese, lavorato sapientemente con una tecnica storica, risalente ancora al VII secolo, ma è molto interessante venire anche a conoscenza del fatto che uno degli artisti ad esempio, Nobushige Akiyama, è in grado di fabbricare da solo la carta Kozo, che utilizza poi nelle sue sculture.
Ed ecco come Shuhei Matsuyama, per i suoi ?Shin-on? ( I Suoni ) usa lo stesso tipo di carta per abbinare il mondo visivo a quello sonoro ( S.Severi, op. cit. ), mentre
Anna Onesti, unica artista italiana, porta il suo messaggio in mostra, con alcune sue tele, in una propria interpretazione del mondo del Sol Levante, dopo la propria esperienza, nell?uso della carta Kozo, quale restauratrice.
Fra le opere colpiscono anche gli oggetti ( in particolare le lampade ) realizzati da Isamu Noguchi, unico artista scomparso ( nel 1988 ) a New York , dove peraltro è attiva la ?Isamu Noguchi Foundation and Garden Museum?. Dopo aver percorso strade diverse ( fra cui anche studi medici ), la sua formazione americana ( pur di padre giapponese, il poeta Yonejiro Noguchi ), egli è divenuto assistente del direttore della Scuola Leonardo da Vinci di New York, iniziando così ad interessarsi fortemente alla scultura . Nel 1927 vinta una Borsa di Studio della Guggenheim Foundation, andò a studiare per due anni a Parigi presso Constantin Brancusi. Dopo la prima grande commissione ( la ?Storia del Messico?, una parete in cemento colorato a Città del Messico nel ?38 ) , comincia a rivolgersi a una vasta gamma di materiali che vanno dal ferro, al bronzo, al marmo, al cemento, all?alluminio, alla ceramica e, appunto, anche alla carta. Da qui l?interesse per il design del mobile e dei complementi di arredo e il design dei giardini ( dal parco della Pace ad Hiroshima, al Museo Nazionale di Gerusalemme, etc.) e ancora nel 1977 il Museum of Modern Art di New York gli dedicava la mostra ?Noguchi: lo scultore come designer?. Ed ecco ora nella bella mostra romana, resa ancora più suggestiva dalla bellezza del sito e dall?ottimo allestimento dovuto a Nobushige Akiyama, presentato il geometrismo essenziale delle sue belle lampade in carta kozo.
Invitando dunque ad una visita alla bella mostra romana, si segnala ancora come l?esposizione, dopo la sede romana, sarà accolta ( dal 23 giugno al 10 settembre ), dal Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano, nella consapevolezza, indicata fra l?altro in Catalogo in una presentazione firmata dall?ing. Roberto Sorci, Sindaco della città, del fatto che ?se la carta, per i giapponesi, è un elemento fortemente presente nella quotidianità e nell?arte, per i fabrianesi è la storia di una intera comunità? ( cfr. Catalogo cit. ).
Per informazioni:
Istituto giapponese di Cultura ? Roma ?
Via Gransci, 74 ?Tel. 06 3224794
Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano:
info: 0732 22334 ?