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ai Musei Capitolini una raffinata selezione di circa
duecento esemplari della collezione di< gioielli del marchese Campana
I preziosi gioielli antichi e moderni della collezione Campana tornano significativamente a Roma in occasione della mostra che abbiamo il piacere di presentare al pubblico nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio.
La collezione di gioielli greci, etruschi, romani e bizantini, formata con passione a Roma nella prima metà dell?Ottocento dal marchese Giovanni Pietro Campana di Cavelli (1808-1880), non solo costituì uno dei più importanti settori della sua grande raccolta privata d?arte e di antichità, tra le più note nell?Europa del XIX secolo, ma giocò un ruolo fondamentale nel rinnovare il gusto della produzione di oreficeria in stile archeologico a Roma.
Protagonista di questa fortunata stagione sarà la famiglia Castellani, con l?atelier di oreficeria fondato a Roma nel 1814 da Fortunato Pio Castellani, orafo, antiquario e collezionista (1794-1865), che per primo intraprese la produzione di gioielli ispirati agli originali greci ed etruschi che venivano alla luce alla fine degli Anni Venti dell?Ottocento da scavi intrapresi a Roma e nel territorio dell?antica Etruria.
Il marchese Campana ereditò dal nonno Giampietro e dal padre Prospero la passione per l?archeologia e per l?arte, oltre all?incarico, prima di assistente poi di direttore del Monte di Pietà, ruolo di rilievo istituzionale che svolgerà dal 1833 al 1857.
Le sue raccolte di bronzi, sculture, terrecotte, gioielli, dipinti, ceramiche, monete e medaglie, magnificamente esposte nella villa del Laterano, provenivano dal mercato antiquario e dagli scavi intrapresi nelle sue proprietà o da lui promossi nel territorio di Roma e del Lazio.
Grazie all?esperienza maturata nel campo dell?archeologia e della ricerca scientifica – a lui si deve la scoperta del colombario di Pomponio Hylas e di altri due colombari presso la tomba degli Scipioni, oltre alla pubblicazioni degli esiti degli scavi e il catalogo delle terrecotte di età repubblicana delle sue raccolte – ottenne prestigiosi incarichi dall?amministrazione pontificia, che gli affidò, tra gli altri, la direzione degli scavi di Ostia. Nel 1857 il marchese Campana fu travolto dal dissesto finanziario e da un drammatico processo per malversazione, peculato e abuso d?ufficio. Condannato al carcere e poi all?esilio, i suoi beni furono confiscati nel 1859 dallo Stato Pontificio e le collezioni sequestrate e poste in vendita.
In attesa di trovare un acquirente, la collezione di gioielli venne affidata all?atelier Castellani, dove Augusto Castellani ne fece oggetto di studio, di restauro e ne curò il catalogo per la vendita. Il contatto diretto con i preziosi originali della collezione Campana suggerirà ai Castellani di sperimentare nuove tecniche di lavorazione e di restauro, che giungono in alcuni casi alla geniale trasformazione e reinterpretazione dei gioielli antichi, oltre a dare un fondamentale impulso al rinnovamento della produzione di gioielli di squisito gusto archeologico che ebbe un enorme ed immediato successo in Italia e all?estero.
I tesori della collezione Campana furono in breve dispersi in Francia, Inghilterra e Russia.
a forma di cigno
Solo la collezione numismatica, formata da oltre quattrocento esemplari di monete d?oro romane e bizantine, fu opportunamente acquistata dall?Amministrazione Capitolina nel 1873, grazie all?interessamento dello stesso Augusto Castellani, membro fondatore della Commissione Archeologica Comunale, nominato nello stesso anno direttore dei Musei Capitolini. Fu lo stesso Augusto Castellani, con la donazione di oltre novemila monete delle sue raccolte, a dare impulso alla creazione del Medagliere Capitolino dove oggi possiamo ammirare, tra le altre, una selezione ragionata degli esemplari più importanti degli antichi aurei della collezione Campana ed alcuni raffinati gioielli della seconda metà dell?Ottocento dell?atelier Castellani.
La collezione Campana di gioielli antichi, impreziositi dalle montature e dai restauri Castellani, fu acquistata in gran parte dal Governo francese nel 1861. Presentata per la prima volta al pubblico a Parigi nel 1862, al Palais de l?Industrie, fu destinata nel 1863 al Museo del Louvre, dove andrà a costituire uno delle più importanti raccolte del Dipartimento delle antichità greche, etrusche e romane.
La Mostra, ideata da Françoise Gaultier, Conservateur en chef au département des Antiquités grecques, étrusque et romaines del Museo del Louvre e da Catherine Metzenger, Conservateur général honoraire dello stesso Dipartimento, già presentata a Parigi, al Museo del Louvre, dall?ottobre 2005 al gennaio 2006, viene riproposta a Roma per iniziativa del Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali, Sovraintendenza ai Beni Culturali. L?esposizione offre una raffinata selezione di circa duecento esemplari delle collezioni del Louvre, con alcuni preziosi prestiti dalle collezioni del British Museum e del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Frutto di approfonditi studi e di un?importante campagna di restauri finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, si realizza grazie alla liberalità di Henri Loyrette, Président Directeur del Museo del Louvre e alla generosa collaborazione dei direttori dei Musei, Archivi e Biblioteche che hanno concesso il prestito delle opere esposte.