BARBARA ROSSI
Parliamo di un interessante iniziativa promossa da: Università degli Studi di Roma ?La Sapienza? , Dipartimento di Italianistica e Spettacolo; Associazione degli Italianisti ? Sezione Didattica; IRRE del Lazio ? Miur Istituto Regionale di Ricerca Educativa?in collaborazione con l? Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma.
Numerosi e importanti istituti di cultura realizzano, in uno sforzo unitario, un ciclo di incontri sul tema Cinema e scrittura, con l? obbiettivo di promuovere l? insegnamento e l? apprendimento del linguaggio e della cultura cinematografica, contribuendo così alla formazione di fruitori consapevoli.
Per sottolineare l? importanza del linguaggio cinematografico nella cultura del nostro tempo è sicuramente importante soffermarsi su i rapporti che questa recente forma artistica intrattiene con la letteratura, non tanto da un punto di vista storico-letterario e/o storico cinematografico, ma con la volontà di indagare la dinamica che sostiene e pone in trazione dialettica le vicende artistiche di questo nuovo secolo.
Il cinema ha semplicemente ?prolungato? le possibilità offerte dalla letteratura con altri strumenti oppure è in grado di aprire nuovi e differenti scenari? Secondo la visione un tempo proposta, letteratura e cinema coprirebbero esattamente la stessa area di identità, entrambe sarebbero finalizzate all? idea di opera come racconto: su questo obbiettivo la letteratura può senz? altro vantare un incontestabile diritto di primogenia, sia perchè l? idea di racconto coincide , nell? immaginario collettivo, di fatto con i valori della letteratura, sia perché nella sua storia , nella tradizione è stata appunto la letteratura a fondare l? identità del racconto.
Apparentemente simile ad un racconto dunque, tanto da far pensare di poterne ricalcare la logica di funzionamento, la scrittura cinematografica si dimostra invece capace di attingere ad una propria identità concettuale.
Ma quale è dunque il noema, per usare un espressione cara a Roland Barthes, della racconto cinematografico? Il cinema mostra una parte che prima restava nascosta, descrive le stesse emozioni da un altro punto di vista, insomma, ciò che caratterizza il mezzo cinematografico è di tipo concettuale o formale?
Al primo dibattito sul tema possiamo avvalerci dell? esperienza e dell? indiscussa capacità del regista teatrale e cinematografico Mario Martone, esperienza che in modo cortese, tipico napoletano, mette a nostra disposizione. Parla della sua filmografia facendo riferimento soprattutto ad alcuni film che sono risultati significativi per la discussione: Morte di un matematico napoletano del ?92, L? Amore molesto del ?95, Teatro di guerra ?98 e L? odore del sangue ?04.
Morte di un matematico e L? odore del sangue sono film che nascono dalla riscrittura di un romanzo. La macchina cinematografica permette, nel primo, di visualizzare e far rivivere la Napoli del dopoguerra, periodo in cui il libro era ambientato. Ma, sottolinea Martone, ciò che si avverte è piuttosto il clima che in quegli anni si respirava a Napoli, i suoi colori e i suoi odori le persone, ciò che nel testo era sicuramente presente, ma per mezzo di ?evocazioni? e lungo tutto il racconto. Il cinema può dare l? idea di un mondo attraverso un fotogramma.
Questa idea dell? evocazione come tecnica di ?riscrittura? cinematografica ci sembra molto efficace, e la fissiamo come una possibile declinazione del noema cinematografico, sia nella sua accezione amplificativa sia in quella creativa. In Morte di un matematico, in una scena cruciale, un intero e sofferto passaggio del testo, difficile seppur importante, viene alleggerito e reso magnificamente attraverso il linguaggio cosiddetto ?del corpo?. E? un gesto delle mano che, oscillando verso il basso , tenta invano di toccare il polso. Una suggestiva metafora della condizione umana: quasi toccare, sfiorare la vita, e non afferrarla mai sino in fondo.
La fisicità. Altra importante caratteristica. Fisico è il rapporto con il testo. I personaggi devono prender corpo, e devono esprimere quelle emozioni attraverso la mimica, la voce, il sudore in primo piano. Tutto non può essere detto, molto di quello che c? è va mostrato.
Oggi sicuramente la memoria collettiva è fatta di immagini. I fatti della storia, i nostri ricordi personali, l? immaginazione non è più qualcosa che appartiene al fantastico, paradigma del tutto intimistico, ma l? immagine diventa una parte importante della misura del patrimonio di conoscenza collettivo.
Il prossimo incontro, previsto per il 15 febbraio alle ore 15.45 presso la sede di Vai Principe Amedeo , prevede la presenza del regista Paolo Virzì , il critico cinematografico Paolo D? Agostini de ?La Repubblica e il prof. Giulio Ferroni dell? Università degli Studi di Roma ?La Sapienza?.
Cinema e scrittura
Progetto: Michela Costantino, Giulio Ferroni, Massimo Radiciotti, Silvia Tatti
Segreteria: IRRE del Lazio ? M. Antonietta Andreetti ? tel 06 80967214 ? www.irre.lazio.it
Università degli studi di Roma ?La Sapienza?
Sede di Via Principe Amedeo 184 ? Aula Magna
Ufficio Stampa
Casa Del Cinema
Largo Marcello Mastroianni, 1 ? Villa Borghese ? Roma