GIOVANNA LA VECCHIA



?La città fuori le mura. Esplorazioni urbane con gli scrittori de la Repubblica? (II edizione) è il secondo appuntamento in programma al Teatro Palladium Università Roma Tre che si svolgerà domenica 15 gennaio alle ore 17. Reduci dal successo ottenuto tra le pagine del quotidiano ? da anni la testata ospita documenti-racconti di diversi scrittori di stanza a Roma ? Marco Lodoli, Melania Mazzucco, Ugo Ricciarelli, Aurelio Picca, Francesco Piccolo, Elena Stancanelli e molti altri, si avvicenderanno sul palco del Palladium per una ?session? corale che svelerà segreti e sfaterà leggende su alcuni tra i più interessanti quartieri della Capitale. Accompagnati dalle elaborazioni sonore e visive di un vj, gli autori attraverso fotogrammi e versi solcheranno vicoli e marciapiedi, costeggeranno antiche mura e moderni caseggiati, respireranno l?aria satura ed inebriante dei luoghi che hanno solleticato la loro immaginazione, nel tentativo di creare una personale mappa dell?anima e del pensiero.

Lo scrittore Aurelio Picca, definito da Giorgio Montefoschi ?il migliore scrittore della sua generazione? presenterà alla platea il suo racconto dal titolo ?Tor di Valle?, un racconto già inserito nel libro ?La città fuori le mura ? Roma come non l?avete mai vista? pubblicato nella collana ?La Biblioteca di Repubblica? a cura di Giuseppe Cerasa (pagg. 415), che racchiude cento quartieri, cento quadri d?autore, il puzzle di una città ancora da scoprire e da amare.

 

Pubblichiamo l?intervista all?autore ed uno stralcio del racconto.

- Come nasce l?idea di scrivere un racconto sull?Ippodromo di Tor di Valle?

?Non sono un frequentatore di ippodromi, anche se il mio ultimo romanzo è un racconto noir che tratta il tema dei giocatori ? tra i vari personaggi c?è anche un giocatore di cavalli ? ma ho spesso trattato l?argomento, in famiglia ho avuto parenti che amavano il gioco e potrei dire, dunque, che il gioco è nel mio DNA. Amo gli ippodromi con il loro mondo, le loro regole, rappresentano per me una città dentro la città. Conoscevo molto bene quello di Taranto ed allora un giorno mi sono chiesto perché non conoscere anche quello di Roma? Quindi sono andato a Tor di Valle. Mi pare più o meno due anni fa. Lì è nato il mio racconto che riprenderò, ampliandolo, per inserirlo in un libro su Roma di prossima pubblicazione edito da Rizzoli che sarò ben lieto, spero, di presentare proprio all?Ippodromo di Tor di Valle?.


- Dunque l?ippodromo come realtà complessa e articolata.

?È un mondo dentro un altro mondo. Nell?ippodromo di Tor di Valle si sente parlare la gente con ogni tipo di accento romano, più di venti linguaggi diversi. Il dialetto romano è fatto di molti accenti, molti modi, a seconda della provenienza di coloro che si sono inurbati a Roma, dai monti Tiburtini ai Prenestini, da Fiumicino al Tuscolo, da Bagni di Tivoli al Laurentino, un crogiolo di razze, un mondo a parte per gli idiomi, i volti, i personaggi. E poi ci sono i veri protagonisti: i cavalli, animali splendidi, alati, ipogrifi. L?ippodromo è un luogo che chiunque dovrebbe frequentare, non solo gli amanti del gioco, perché offre la possibilità di ammirare l?animale più bello che esista, con la sua eleganza, il suo passo perfetto, le sue movenze sinuose. E ancora è un luogo dove c?è tutto un gioco di volti, di battute, di interpretazioni. E? un peccato che l?ippodromo venga citato e ricordato solo per il gioco o per battute che discriminano. In realtà pochi conoscono veramente la sua realtà, una realtà che non dimentichiamo è parte integrante del territorio, di una Roma che mi sembrava giusto ricordare per un dovere letterario, artistico, culturale e architettonico?.

 

- Una realtà in cinemascope, scrive nel suo racconto, mi sembra una definizione interessante.

?Si, proprio così, un panorama in cinemascope, un film che dura da un sacco di tempo e si intitola Roma. Mi verrebbe voglia di girarci un film all?Ippodromo di Tor di Valle, per la struttura che presenta, per la visione di insieme sulla città che propone ai suoi visitatori. Da Tor di Valle si può ammirare una Roma assolutamente inedita, una immagine di una modernità archeologica molto particolare che non si può godere da nessun altro punto della città. La visione di un paesaggio che ci viene restituita mentre i cavalli passano al trotto in un?area infinita verde e tranquilla?.


- Il suo racconto si conclude con l?elogio del ristorante, ?un gran posto?, lo definisce.

?Il ristorante dell?ippodromo di Tor di Valle è spettacolare, con i tavoli che danno direttamente sulla pista, suggestivo. Vorrei dire a tutti i romani: invece di andare al solito ristorante in centro, un luogo chiuso che offre pochi e limitati punti di veduta, andate al ristorante dell?ippodromo di Tor di Valle, anche se non giocate. Dalle sue splendide vetrate si gode uno spettacolo unico. Il luogo è già un gioco di per sé: un gioco dello sguardo, della luce, del movimento, del cambiamento. E? un luogo adatto anche per i bambini che guardano i cavalli mentre passano e conoscono un mondo diverso che fa parte della loro realtà e del loro territorio. E poi Tor di Valle è a due passi da Ostia, altro luogo di Roma meraviglioso, la giornata la si può concludere con una bella passeggiata sul lungomare?.

 

 

Dal racconto ?Tor di Valle? di Aurelio Picca:

?All?ippodromo di Tor di Valle i cavalli sono tutto. Ma anche gli scommettitori sono tutto. Anzi, i cavalli cambiano nome a ogni ?Premio?, ma rimangono sempre cavalli, mentre i giocatori sono come i tori nell?arena: muoiono a ogni corsa per risorgere a quella successiva. Tor di Valle è una città nella città. Sulla via del Mare, da Roma, si svolta a destra e ci entri, non è come Capannelle dove si corre ma al galoppo e poi c?è tutto il quartiere intorno che è il solito pezzo di città. Qui si corre con le ?carrozzelle?, al trotto, e spesso i fantini sono i famosi ?gentlemen?, cioè personaggi dello spettacolo, giornalisti, ex calciatori come Albertosi che, per passione e hobby, ?si danno all?ippica??? ?Infatti i cavalli fanno una gran figura. Danno vita a un fiume di criniere e carne. E nella corsa mantengono le zampe tese buttando le ginocchia in avanti (è questo il segreto del trotto), in mezzo a un odore di avena???. ?Oggi sembra ci sia poca gente. Ma in certe sere non è così. D?estate poi è una meraviglia. Uno spettacolo. Ci sono tutti. Tutti. E quando si corre il ?Derby? con i cavalli di tre anni, uno si mette paura. La piccola città di Tor di Valle, dentro la grande città di Roma, diventa la meglio. E? accesa. Di luci. Cavalli. E grana. Anche al ristorante non si trova più posto. Ecco, il ristorante di Tor di Valle è veramente un gran posto: mangi bene, da signore, fai le puntate direttamente a tavola, e ti gusti il panorama. Che non è solo quello dei cavalli con la carrozzella. Il panorama è in cinemascope. E? un film che dura da un sacco di tempo e si intitola: Roma?.


La scrittrice Laura Pugno ci ha parlato del progetto:

Molti quartieri e zone di Roma per troppo tempo sono stati regno di stereotipi e preconcetti. Solo lande da conquistare.

Quando abbiamo pensato, all?inizio del 2001, a questa fortunata serie, volevamo soltanto fare un?operazione giornalistico-narrativa, volevano cioè affidare ad alcuni scrittori il compito di rallentare il tempo, e cogliere fotogrammi di realtà in movimento. Volevamo sapere come si stava trasformando la città fuori le mura. Cos?era diventata, cos?era rimasto di vecchie e superate immagini sbiadite col tempo (…). Dobbiamo confessarlo. L?operazione ci è sfuggita di mano. Dovevano essere pochi appuntamenti settimanali e abbiamo superato le cento puntate. Doveva essere un semplice prodotto giornalistico e invece una selezione di reportage si è trasformata lo scorso inverno in un reading che ha calamitato centinaia di persone per sei ore al Teatro Palladium della Garbatella. Ma soprattutto sono stati ridisegnati i confini di una capitale allargata, dove tutti sanno tutto di Piazza del Popolo, del Colosseo, di Fontana di Trevi, di piazza di Spagna e pochi sanno di Torre Angela, Pietralata, Portonaccio, Tre Fontane, Tor Sapienza, Spinaceto, Serafico, Quadraro, Ottavia, Corviale, Casalotti.

“La città fuori le mura” è stata e continua ad essere una occasione irripetibile per aggiornare le mappe di Roma, affidando la narrazione a un gruppo di scrittori che sono andati una, due, tre volte, hanno chiesto, visto, impresso nella memoria le mutevoli immagini di una metropoli in grande evoluzione e per certi versi ancora da scoprire. (…)
Tra questi appuntamenti settimanali abbiamo fatto una prima selezione e sono venuti fuori 100 quadri d?autore, affidati alla cura di 35 scrittori. Adesso li proponiamo ai nostri lettori come una sorta di puzzle colorato e appassionante. Il puzzle di una città ancora da scoprire e da amare”.

 

 

Aurelio Picca (Velletri 1957) esordisce nel 1990 con la raccolta di poesie ?Per punizione?, cui sono seguiti i racconti de ?La schiuma? (1992) e ?I racconti dell?eternità? (1995). Ha pubblicato i romanzi ?L?esame di maturità? (1995), ?I mulatti? (1996) e ?Tuttestelle? (1998) con il quale è stato finalista al Premio Viareggio 1998, ha vinto il Premio Alberto Moravia 1998 e il Superpremio Grinzane Cavour 1999. Ha pubblicato per Rizzoli ?Bellissima? e ?Sacro Cuore?.

Collaboratore delle pagine culturali de?il Giornale?, scrive racconti e reportage su Roma per ?la Repubblica?.

 

 

 

 

Domenica 15 gennaio ore 17

FESTIVAL DEL RACCONTO

a cura di Lorenzo Pavolini

Teatro Palladium Università Roma Tre

(Piazza Bartolomeo Romano, 8)

La città fuori le mura

Esplorazioni urbane con gli scrittori de la Repubblica

II Edizione

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

per informazioni e biglietteria

tel. 06.57067761



 

 

Giovanna La Vecchia

Ufficio Stampa Ippodromo di Tor di Valle

Via del Mare km 9,300 ? 00144 Roma

Tel. 06/52476208 ? 338/4832882