CLOTILDE PATERNOSTRO


Filippo De Pisis
Granseola, 1947, acquerello su carta
applicata su cartone, cm 48×63
(NATURA E ARTIFICIO)

Un titolo con tre accezioni particolari: ?Visionari, primitivi, eccentrici?. Possono assommarsi? Forse, ma non sempre. Il primitivo certamen­te è eccentrico; forse lo è anche il visionario. Era eccentrico Ligabue? Naturalmente sì. Ma che cosa è eccentrico? Così recita il Devoto :? bizzarro, stravagante?. Ma più interessante è il secondo punto, sempre dello stesso famoso vocabolario:  ?eccentrico: due cerchi i cui centri non coincidono?. Stupefacente. Definizione perfetta. Più centri dunque ma che non si assommano, e tutti nello stesso soggetto. Personalità accosta­te, al limite della follia.

 

Se tale accezione va benissimo per il primitivo Ligabue, detto anche naif, valevole non è, ad esempio, per Ferrazzi, visionario ma raffinato, intel­ligente, coltissimo; e per tanti e tanti personaggi ancora. Ma fermiamoci sugli artisti presentati in questa singolare mostra realizzata a Poten­za, alla Galleria Civica di Palazzo Loffredo ( sino al 15 gennaio 2006) a cura di Laura Gavioli: Ontani, Paladino, Paola Gandolfi, il visionario De Chirico ( chi più di lui) e così Scipione, Gentilini, Licini, Piran­dello, Casorati, Melotti e per il passato il grandissimo scultore Wildt. Gli antesignani: i celeberrimi Fussli, Blake, Goya, Redon, Fantin -Latour, Kubin. Il presente e la storia dunque; più visionario di Fussli… ; notevole sezione di una visionarietà eccelsa.

Francesco Trombadori
Ritratto in rosso, 1930 circa,
olio su tela, cm 78×58
(L?IDOLO E IL CORPO)

Una mostra, questa di Potenza, che invita ad indagare nel personaggio che dipinge, a scavare nella sua psiche, nella sua anima attraverso l?opera che presenta. Non esiste artista, pittore, scrittore, musicista che vi­sionario non sia. Ogni artista è un visionario perché pur prendendo spun­to dalla cruda realtà, questa diviene altra cosa nella sua mente:

 

perché è la sua interpretazione del mondo e della vita che rappresenterà nel quadro, nel libro, nel brano musicale; tale accezione verrà poi suddivisa dalla storia dell?arte in più scansioni: surrealismo, metafisica, simbolismo ecc. ecc. ossia il sogno, l?irrazionale, il subconscio. Tanti gli artisti nominati e portati in mostra; alcuni più noti altri me­no ma altrettanto validi! L?essere è, lo sappiamo, fattore di pubblicità e di mercato.

Lino Frongia
Sul terrazzo, 1991,
olio su tela, cm 115×125
(L?IDOLO E IL CORPO)

Pompa ad esempio, cavalleresco è il suo mondo antico e favolistico: Paesaggio a volo d?uccello? (1987) ; Trombadori: realistico con il suo Ritratto in rosso (1930), come realistico nell?ampio spazio della fan­tasia che agglomera gli elementi è l?opera di Ceccotti – Atelier (1988). Visione surreale è la veduta di Roma (1937) di Cagli, bellissimo pezzo. Evocazione, ricordi, ma sollecitazione ad andare oltre, oltre il presen­te è Piazza della Passera (1927) di Rosai e quindi ancora Janni con Marionette ( Autoritratto con la madre) (1935); poesia e fantasia è in Viani, Signora col crisantemo (1911) e così nella bellissima Trilogia dei Re (1926-27) di Arturo Martini -? ogni scultura deve trasformarsi in favola….? Non potendo riportare tutto il brano, ne stralciamo una piccola parte: ? In scultura ogni cosa deve trasformarsi in favola, e la favola in meraviglia e la meraviglia nell?incanto del simbolo, e il simbolo in eternità ( o staticità ) come le tragedie che nascono dalla fatalità ? (1944). E? più che visionarietà questa perché tutto ingloba. Visionarietà in tutte le opere dunque… , in Demetz, Rao, Zanni, De Maria, De Pisis, Arrivabene, Garbarri, Frongia, Marino Marini……. Angolazione particolarissima dell?arte.

Luigi Ontani
Meditazione, d?apres Gorge de La Tour,
1970, fotografia,
cm160x105 (IO E? UN ALTRO)

Splendido il quadro di Ferrazzi Orizia agli specchi (1925) posto in copertina di catalogo ( ediz. Marsilio); l?immagine amata replicata tre volte in una visionarietà educata al bello, nel rigore e nell?equili­brio di un perfetto comporre. Un ultimo quadro, durissimo come fosse d?acciaio Interno – porta chiusa (1974) di Gianfranco Ferroni – un fuggire i pensieri, al di là della porta chiusa, perché bisogna pur fuggire da tanto gelo come dal lugubre Periferia di Sironi ( 1928 ca.) o dal terri­fico oggetto-teschio posto sul tavolo della ricca sala da pranzo borghe­se Il sorriso del venerdì santo (2005) di Francesco Balsamo. E qui ci fermiamo.

 

Non tutti gli artisti sono eccentrici, ma ?liberi? certamente; perché l?artista sempre é uno spirito libero . Primitivo poi è colui che si rifà alla natura in maniera inconscia. E uno, ne vediamo , autentico, qui, in questa mostra, ossia il tanto amato Ligabue e forse anche Ghizzardi.