CLOTILDE PATERNOSTRO


Giorgio De Chirico

Dopo la lunga dissertazione, vero e proprio trattato sull?arte italiana dal Futurismo in poi (a cura di Grazia Francescato), presentato in cata­logo per la mostra: Dal Futurismo a De Chirico – Roma, Parigi, New York – La grande arte italiana nel mondo a Villa Ponti di Arona (a cu­ra di Manuela Boscolo e Carlo Occhipinti, sino al 13 novembre), vediamo una importante rassegna con opere oramai celeberrime del Novecento ita­liano percorrenti i vari tratti ed epoche dell?evo­luzione stilistica in Italia.

Il punto focale di tale estensione intellettuali­stica e culturale, a quanto asserito dalla France­scato, è il momento che vede Cubismo, Surreali­smo, Futurismo, Astrattismo e Metafisica giunge­re a New York, «sfondando» alla grande, avendo un successo senza limiti nella sfera culturale americana, stordita dalla potenza e dalla fantasti­ca energia delle novità europee. L?America poi proseguirà il suo cammino con l?action painting quindi con la Pop Art. E per l?Europa? Il mo­mento attuale è di notevole impasse dove tutto il possibile diviene attuabile in una babele di lin­guaggi con ritorni all?antichità classica uniti a lin­guaggi aniconici, nonché ad esperienze derivanti dalle nuove tecnologie elettroniche.

Massimo Campigli
Ma torniamo alla mostra di Arona: una mo­stra storica, ben fatta, con ottimo catalogo dove la Francescato, già dicevamo, traccia un esem­plare excursus dell?arte del Novecento prenden­do le mosse, addirittura, dal Croce e da D?An­nunzio; un profilo molto interessante che invita all?approfondimento delle varie tesi.

Principali date e movimenti: «Ritorno all?ordi­ne» (1916 ca.), «Valori Plastici? (1918-20), «Nove­cento» (1922-24), «Scuola Romana» (con Mafai, Scipione, Raphael), «Corrente» a Milano (1938-40) e tutti i nomi sono citati dei vari protagonisti del lungo periodo.

Dal Futurismo dunque, col mito della macchi­na e della velocità e sostrato letterario del supe­romismo di D?Annunzio, a tutti i successivi movi­menti che al classico fecero ritorno ? Croce fu per «l?analisi del passato e la ricerca dell?attualità contemporanea per il superamento di ogni crisi storica ? (metodo storico filologico) ? spunto per una critica idealistica di suprema indagine».

A tale filone possiamo annoverare la grande massa di artisti che fecero realmente il Novecen­to italiano con lo studio della figura, dell?ambien­te, i colori, i toni, le dimensioni, gli spazi, gli orizzonti, opere con maggiore o minore lirismo, con poesia, emozione. Facciamo solo alcuni nomi tra i tanti: Savinio, De Pisis, Sironi, Balla, Severini, Marasco, Mino Rosso, Arturo Martini, Marussig, Manzù…

Giorgio Morandi
Una congerie pittorica e plastica viva, vivace, elegante, ricca di pluralità di accenti dei singoli e principali artisti, artefici della «bella pittura» che ha rivalutato il senso della storia con l?umanesi­mo, la dottrina del vero con un realismo prosie­guo della grande tradizione ottocentesca ma con innovazioni stilistiche di rilievo per una figura più asciutta, incisiva, sintetica; e qui il senso del­la forma ebbe massimo valore assieme a conte­nuti lirici e poetici di elevato spessore.

Non possiamo rifare in un articolo l?intera sto­ria di un secolo, il XX appunto; citiamo solo la mostra invitando a visitarla per una conoscenza più approfondita di artisti ed opere che la storia l?hanno fatta davvero. Per dovere di cronaca no­miniamo solo alcune opere sfogliando il bel cata­logo: Ettore e Andromaca (1960) di De Chirico, ad esempio; Fiore (1947) di Morandi, Linee on­damentalj (1913) di Balla, Le due ere (1934-36) di Gambini, il lavoro (1954) di Severini, Giovi­netti di Campigli (1941), Ritratto di Giacomo Manzù (1963) di Guttuso… Un universo grande con infinite tesi ma sempre, magnifica pittura.

Novecento: secolo di tradizione e innovazione insieme per il superamento di un impasse stori­co (due guerre mondiali) il cui segno fu sangui­gno indice di tensione artistica, di lavoro, di creatività eccellente, dono comunque dell?uomo di sempre.