PAMELA MCCOURT FRANCESCONE
Le haciendas del Messico sono edifici storici, case cortigiane, molti delle quali risalenti al 16° secolo, lussuose residenze delle ricche famiglie che gestivano centri manufatturieri per prodotti destinati all?esportazione e grandi fattorie e tenute agricole per l?allevamento del bestiame e per la coltivazione della canna da zucchero, del mais e del legname. Ma più che case queste haciendas erano veri e propri villaggi autosufficienti, con scuole, ospedali, chiese, cimiteri, sistemi di irrigazione e di trasporto e tutti i servizi necessari per il proprietario e gli amministratori, e per i lavoratori che coltivavano i campi o erano impiegati nelle fabbriche.
Nel 19° secolo nello stato del Campeche, sulla penisola dello Yucatan, prosperò la coltivazione dell?henequén, un tipo di agave dal quale veniva ricavato il sisal, che a sua volta veniva trasformato in funi e cavi. E per le haciendas fu una nuova era di grande prosperità. Verso la metà del secolo ci fu un tentativo di produrre il sisal su larga scala ma la mancanza di macchinari per trinciare l?henequén limitò questo tentativo di espansione industriale. Poi, verso la fine del secolo la produzione fu rivoluzionata dall?arrivo dei primi macchinari per trinciare le fibre che funzionavano a vapore o diesel e ogni hacienda si dotava delle caratteristiche ciminiere, molte delle quali si possono ammirare ancora oggi. Come pure si possono ancora vedere i vecchi binari dei sistemi di trasporto interno usati per trasportare le piante dai campi, poi le balle di fibre di henequén essiccato verso la fabbrica, collegando le varie parti industriali e residenziali della tenuta. Durante la prima Guerra Mondiale la domanda per il sisal toccò i massimi livelli ed il famoso ?oro verde? fece la fortuna delle grande famiglie terriere e di città come Merida e Campeche.
Dopo la rivoluzione messicana del 1910 il nuovo governo introdusse riforme agrarie e con la ridistribuzione dei terreni, ebbe inizio il definitivo declino del mercato del sisal, con l?abbandono di molte haciendas che gradualmente sono state ricoperte dall?esuberante giungla della penisola dello Yucatan. Negli ultimi anni alcuni di questi edifici e le loro torreggianti ciminiere sono stati recuperati e trasformati in strutture ricettive di gran lusso come le cinque haciendas, ?The Haciendas Yucatan Peninsula?, del The Luxury Collection Starwood Hotels & Resorts. Quattro di queste sorgono in ambienti di esuberante naturalezza, circondati da magnifici paesaggi, campi bucolici e alberi secolari, mentre uno si trova nel cuore coloniale della capitale, Campeche, davanti alla storica Puerta di Tierra. Sono l?Hacienda Uayamon, l?Hacienda Temozon, l?Hacienda San Jose, l?Hacienda Santa Rosa e l?Hacienda Puerta Campeche.
Nel trasformare questi edifici in lussuose strutture ricettive gli architetti si sono prodigati per lasciare inalterato quanto più possibile lo stile originale delle costruzioni, soprattutto mantenendo integra quell?atmosfera e magnificenza che hanno contraddistinto queste spaziose dimore. Mentre nel caso degli edifici industriali, come le ciminiere, i depositi ed i fabbricati, sono state adottate originalissime soluzioni; ad esempio nell?Hacienda Puerta Campeche la piscina serpeggia tra i vari locali dei vecchi depositi, ormai scoperchiati, o le piscine dell?Hacienda Uayamon e dell?Hacienda Santa Rosa, accanto alle quali svettano le vecchie ciminiere.
Gli interni riflettono ancora l?atmosfera degli anni del massimo splendore delle haciendas. Le grandi stanze con soffitti alti hanno pavimenti in maiolica mentre per le pareti sono stati usati colori ottenuti usando tecniche tradizionali per riprodurre l?ocra, il ruggine, l?azzurro e l?arancione che colpiscono per la forza primitiva delle tinte. Nelle stanze troneggiano grandi letti, ma ci sono anche amache per chi preferisce dormire in puro stile Maya, mentre i mobili ed le suppellettili sono pezzi originali risalenti all?epoca coloniale.
Partendo dalle due haciendas campechiane, l?Hacienda Puerta Campeche e l?Hacienda Uayamon, si possono visitare alcuni tra i siti archeologici più suggestivi del Campeche come Ezdna, Hobomo e, anche se più lontano, il maestoso e magnifico Calakmul, che sorge in una biosfera, ai confini con il vicino Guatemala. Calakmul si estende su oltre 70 km2 e affascina per come gli immensi edifici sono stati strappati dalla giungla per offrire al viaggiatore testimonianze della straordinaria competenza dei costruttori e degli architetti Maya, nonché tracce affascinanti del tessuto di questa grande civiltà risalenti a più di 2000 anni fa.
Dalle haciendas nello Yucatan, facilmente raggiungibile dall?aeroporto di Merida, si può visitare Chichen Itza, la città più importante dell?area Maya dall?11° al 13° secolo, ma anche altri siti come Uxmal, mentre lungo la costa si trovano piccoli villaggi di pescatori e porticcioli come Progreso e Dzilam de Bravo. Poi c?è Merida, la ?città bianca? con la sua splendida architettura coloniale e la prima cattedrale costruita nelle Americhe in 1543 per la quale sono stati usati grandi blocchi di pietra ricavati dallo smantellamento dagli edifici di T?ho, l?antico insediamento Maya, oggi la pittoresca capitale dello Yucatan.