LUISA CHIUMENTI
Continenza di Scipione, olio su tela.
Parigi, Musée du Louvre
Allestita al Foro Boario e alla Galleria Estense, sino al 19 giugno 2005,
la mostra ?Nicolò dell?Abate. Storie dipinte nella pittura del Cinquecento tra Modena e Fontainebleau?, non solo presenta il grande artista, ma illustra anche l?ambiente artistico emiliano dei primi decenni del Cinquecento, così ricco di fermenti interessanti, in un momento di ideale trapasso dalla cultura e dal linguaggio artistico del Rinascimento a quello della ?Maniera?.
Dal ?fregio dipinto? al paesaggio, temi che in seguito avrebbero avuto grande fortuna, Nicolò dell?Abate (Modena 1509 ? Fontainebleau o Parigi 1571) fu protagonista di una svolta nella diffusione anche del linguaggio artistico italiano all?estero, essendo stato attivo per molti anni presso una delle corti più splendide d?Europa, quella del re di Francia.
La mostra modenese presenta il complesso delle opere di Nicolò dell?Abate, ricostruendo la sua formazione e presentandone l?attività e le influenze culturali e stilistiche nell?ambito della pittura emiliana dei primi decenni dei Cinquecento, nell?ambito della vasta articolazione dei temi paesaggistici, mitologici e narrativi trattati dal pittore, nonché la sua influenza sulla Scuola di Fontainebleau, dove fu chiamato dal Primaticcio e dove presumibilmente morì nel 1571.
L’Abbondanza, disegno.
Rennes, Musée des Beaux Arts
Circa 250 le opere esposte, tra dipinti, disegni, incisioni, sculture e oggetti, gran parte cioè della produzione superstite di Nicolò dell?Abate, ma anche capolavori di artisti quali Correggio, Dosso Dossi, Girolamo da Carpi, Parmigianino e Pordenone.
Figlio di uno scultore modenese di buon livello artistico, Nicolò dell?Abate si era formato accanto al padre, per poi continuare la propria esperienza artistica presso la bottega del grande scultore Antonio Begarelli.
Per quanto siano lacunose le notizie sulle prime fasi della sua carriera artistica, tuttavia sembra che essa abbia preso l?avvio intorno agli anni ?30 del ?500, considerando fra l?altro, quale suo disegno più antico conosciuto, un foglio raffigurante la ?Madonna col Bambino, un Santo Cavaliere e un devoto?, conservato all?Ambrosiana di Milano ( F 2201 NF ? vol. 103 ).
Il mondo classico e i poemi cavallereschi costituiscono la gran parte dei soggetti scelti da Nicolò dell?Abate, quali temi peraltro assai comuni nell?ambito del mondo artistico-culturale vissuto dalle Romagne nel ?500.
Amore incocca l’arco
pittura murale trasportata su tela.
Soragna, Rocca
La sua attività pittorica si dispiega infatti fondamentalmente tra Modena, Parma e Bologna, finché tuttavia non sfocia nel grande rigoglio artistico del lavoro per Fontainebleau in Francia.
Di grandissimo interesse è da ritenere, per questo artista, oltre che la produzione pittorica, anche la produzione grafica e se pure non sono molte le testimonianze giunte fino a noi, di una sua produzione grafica autonoma, sono tuttavia proprio i disegni preparatori del suo vastissimo lavoro pittorico, che permettono di apprezzare profondamente il suo particolare modo di lavorare.
E? noto come in generale gli studi tracciati in preparazione di un dipinto abbiano spesso la capacità di suscitare la stessa emozione e mostrare comunque un? atmosfera molto vicina a quella del successivo dipinto ed è interessante fra l?altro sottolineare , con Nicholas Turner ( ?Nicolò dell?Abate disegnatore? in ?Nicolò dell?Abate . Storie dipinte nella pittura del Cinquecento tra Modena e Fontainebleau? a cura di Sylvie Beguin e Francesco Piccinini , Catalogo Mostra ed. Silvana editoriale, 2005 ), come i disegni rappresentino una delle testimonianze più nitide e complete di un artista in quanto salve dall?usura del tempo. Poche linee e ombre monocrome su carta conferiscono all?idea originaria dell?artista la limpidezza più immediata e a volte anche più ricca, nella sua sintesi , rispetto al successivo quadro finito.
Santa Caterina, disegno.
Firenze, Gabinetto Disegni
e Stampe degli Uffizi
Rimane tuttavia, è vero, l?eventualità che molti disegni vengano distrutti proprio dallo stesso autore, perché ritenuti superati o imprecisi rispetto all?obiettivo finale, costituito dalla tela finale da eseguire. Certo però che, una volta approdati in una determinata ?Collezione?, i disegni sono stati sempre veramente curati dal collezionista, che destinava qui disegni ad una conservazione forse anche più certa che non quella che poteva avere nel tempo una grande pala d?altare in una chiesa ( soggetta a possibili furti e deterioramenti anche a causa di una adeguata manutenzione).
In rapporto alla funzione del disegno che stava eseguendo, Nicolò dell?Abate adottava modi e tecniche diverse; un tratto più vivace caratterizzava ad esempio i veloci schizzi preliminari in cui era solito usare solo penna e inchiostro marrone, senza usare l?acquerello ed è da qui che prendeva forma l?idea generale, pur da un ?groviglio ritmico di segni tracciati sul foglio?. Un esempio di tale tipo di disegno, tra quelli esposti all?attuale mostra modenese, è senz?altro il ?Gruppo di musicisti , uno dei quali suona la spinetta?, proveniente dal Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze, che rappresenta lo studio per uno degli affreschi di palazzo Poggi a Bologna. Come sottolinea Mario di Giampaolo ( v. Catalogo cit. ), questo foglio, assolutamente originale, si caratterizza per il segno sottilissimo, in cui ?uno spazio apparentemente indefinito, accoglie tuttavia le figure con una profondità prospettica davvero eccezionale, che lo fa avvicinare ai più eleganti e sofisticati disegni del Parmigianino? e al tempo stesso fa pensare che due secoli dopo, Donato Creti, ?protagonista della cultura figurativa bolognese del ?700? ( di cui la mostra di Modena ha esposto fra l?altro il ?Ballo di Ninfe? e l??Adorazione dei pastori? ), ne sia rimasto veramente suggestionato.
Busto di Leonello Belleardi
Modena Galleria Estense
Nella mostra che Bologna aveva ospitato nel 1969 su Nicolò dell?Abate, per la prima volta erano state riunite opere realizzate dall?Artista nel periodo italiano e francese, accanto ad alcuni suoi disegni, ma da allora le posizioni della critica e l?avanzamento degli studi sul Cinquecento si sono molto approfondite ed hanno portato ad un?ampia evoluzione nella conoscenza della figura artistica di Nicolò dell?Abate, sulla quale è notevolmente accresciuto l?interesse sia in Francia che in Italia.
Da queste considerazioni è derivata l?idea di realizzare l?attuale grande mostra , affidata ad un prestigioso comitato scientifico presieduto da Sylve Béguin, illustre studiosa dell?Artista, intorno all?intera produzione di Nicolò dell?Abate, nella contestualità dell?operare di altri importanti artisti quali: Raffaello, Michelangelo, Correggio, Parmigianino, Dosso Dossi e molti altri da vedere quali ? modelli di riferimento? ( v. Sylve Béguin, ?..in lode di Nicolò? in Catalogo della Mostra, edito da Silvana editoriale ).
Affascinante anche l?allestimento della mostra, che ha potuto utilizzare uno spazio così particolare come il Foro Boario, riuscendo così ad offrire al visitatore, nella loro vera dimensione spaziale e narrativa, gli importanti complessi pittorici realizzati da Nicolò dell?Abate per le rocche di Scandiano e di Soragna, alternati peraltro alla esposizione di singoli dipinti, incisioni e testi a stampa, di notevole interesse.
Per informazioni:
059 200123 - 320 0452126