LUISA CHIUMENTI
Cinecittàdue Arte Contemporanea
foto di Luisa Chiumenti
Il nuovo spazio espositivo ?Cinecittàdue Arte Contemporanea?, situato all?interno del centro commerciale Cinecittàdue, ha allestito la prima mostra antologica in Italia di uno dei maestri della fotografia contemporanea: Caio Mario Garrubba.
La mostra, organizzata da Alberto Becchetti e Bruna Marchini e patrocinata dall?Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, è stata promossa dall?Associazione dei Commercianti del Centro Commerciale di Cinecittàdue in collaborazione con il Municipio X del Comune di Roma e si inserisce nell?arco delle manifestazioni previste nell?ambito del ?FotoGrafia festival internazionale di Roma?.
Curata da Diego Mormorio, l?esposizione comprende più di cento fotografie, scelte dal curatore insieme all?autore, in modo da offrire un panorama di tutta la produzione del fotografo in quasi cinquant?anni di attività.
Cinecittàdue Arte Contemporanea
foto di Luisa Chiumenti
Forse più noto all?estero che in Italia, Garrubba viene comunque annoverato fra i ?grandi? del reportage, da Eugene Smith a Edouard Boubat, da Mica Bar-Am, a Werner Bischof, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson.
Colpisce subito, nella sua produzione, la capacità di cogliere la realtà più semplice, per raccontarla, senza commenti, così come ognuno la può ?rivedere?, con la propria cultura, formazione e sensibilità personale. Ed ecco così scene che coglie a Napoli, in Calabria, a Roma, in Spagna, Germania, o nell?est europeo, ma anche in Cina (dove entrò alla fine degli anni Cinquanta, subito dopo Cartier-Bresson) e poi ancora a Parigi,
Beirut, New York, Milano e Istanbul.
Cinecittàdue Arte Contemporanea
foto di Luisa Chiumenti
Nel quadro dell?attività quarantennale di Garrubba il criterio di scelta, sottolinea il curatore, si è basato sì sulle fotografie più significative e più belle che l?artista ha scattato in tutto il mondo, ordinandole tuttavia non tanto ?cronologicamente?, quanto piuttosto ?per accostamenti di significati?, privilegiandone fondamentalmente l? aspetto etico. Si potrebbe infatti definire una ?mostra etica?, nel senso che l?autore osserva la realtà, nel bene e nel male, nella drammaticità dell?esistere che ritrae tuttavia senza assumere una posizione critica, in un modo cioè che si potrebbe definire ?su base evangelica?.
Consapevole del fatto che compito di un artista sia quello di ?raccontare? e ?non criticare? , da buon napoletano colto, saggio e sensibile, qual?è, egli è tuttavia partecipe della vicenda umana, e non nasconde qua e là qualche accento ironico.
Ed ecco così i bambini che leggono, seduti ed intenti, davanti ad una grane parete colma di libri, a Pechino nel 1959 e invece, in una Calabria del 1955 si vede un prete di spalle, un po? chino, che percorre con evidente fatica una strada acciottolata un po? impervia.
La sua conoscenza profonda dei paesi dell? Est , derivante anche dall?aver sposato una giovane russo ? polacca, che con la sua famiglia aveva vissuto momenti assai drammatici, gli ha permesso di seguire da vicino la vita della Polonia, che ha rappresentato in vari momenti, con la sua consueta ?leggerezza?, che, dal punto di vista formale è forse la caratteristica più importante del suo modo di fotografare. Ogni foto risulta infatti essere un invito alla riflessione e si costruisce una storia del tutto reale, ma, al tempo stesso permeata da un afflato onirico.
Ma soprattutto è da segnalare come Garrubba sia riuscito in modo assai particolare, a rendere bene, con la sua fotografia, un ?modo di essere tutto italiano? e forse particolarmente ?napoletano? in cui si fondono razionalità e sentimento, con un particolare sguardo verso quella “pietas”, che, rappresentando le evidenti ingiustizie del mondo, cerca comunque una via di speranza o almeno di rassegnazione ?attiva?.
Garrubba è nato a Napoli il 19 dicembre 1923 e quella la città, seguita poi da Roma è stata alla base della sua formazione culturale ed artistica, ma oggi e ormai da qualche anni ha lasciato la grande città per vivere a Spoleto.
Divenuto fotografo forse ?per necessità intellettuale?, abbandonando fra l?altro la professione di medico, iniziò a fotografare negli anni ?50, nel sud d?Italia e in Spagna: con i primi fotoreportage peraltro molto interessanti per il valore informativo e l? impegno politico-sociale, iniziando allora anche a collaborare con ?Il Mondo? di Pannunzio.
Da quel momento comincerà a viaggiare in tutto il mondo realizzando i suoi fotoreportage fra cui ricorderemo: Polonia ( 1957); Krupp, Napoli, le due Germanie, l?URSS di Krusciov, la Cina di Mao, la Mongolia (pubblicati in Italia soprattutto da “Vie Nuove” e da “Noi Donne” e all?estero in maniera prevalente da “Der Spiegel”).
Come sottolinea il curatore della mostra di Cinecittadue, le sue fotografie hanno una chiara ascendenza bressoniana, ma al tempo stesso, identificano una connotazione tutta particolare. ?In questo senso, le immagini di Garrubba sono la visualizzazione di un dramma che tende ad uscire da se stesso, per divenire una storia che aspira a un
esito migliore. Proprio per questo, esse sono un vero specchio del mondo (Diego Mormorio).
Oltre al Catalogo, edito da Palombi, in occasione della mostra è stato presentato un catalogo-cofanetto diviso in due: il primo tomo comprende una selezione delle fotografie più belle di Garrubba e il secondo un lungo saggio (circa 40 pagine) di Diego Mormorio che racconta la vicenda umana e fotografica di Garrubba, uno scritto di Valerio Magrelli, testi di Goffredo Parise e Nikita Mikalkoff.
esito migliore. Proprio per questo, esse sono un vero specchio del mondo (Diego Mormorio).
Oltre al Catalogo, edito da Palombi, in occasione della mostra è stato presentato un catalogo-cofanetto diviso in due: il primo tomo comprende una selezione delle fotografie più belle di Garrubba e il secondo un lungo saggio (circa 40 pagine) di Diego Mormorio che racconta la vicenda umana e fotografica di Garrubba, uno scritto di Valerio Magrelli, testi di Goffredo Parise e Nikita Mikalkoff.
Ricordiamo anche i molti testi Molti anche i testi pubblicati da Garrubba : da ?Le due Germanie?, Amburgo 1963; a ?China?, New York 1963? Lazzaro alla sua porta?, Roma 1967; I cinesi, Milano 1969 (testo di Goffredo Parise) e molti altri ancora.
Per Informazioni:
06-7220910/fax
06-7220891/email:
direzione@cinecittadue.com