Cinema, Italian
CECILIA MARTINO
Ignacio bambino
E? un film ambizioso su un tema proibitivo, che avrebbe potuto, e avrebbe dovuto, davvero far riflettere, come del resto le altre pellicole del regista ci hanno abituato. Ma l?impressione che rimane è solo un forte disagio di fronte a una realtà esasperata ed esasperante che Almodòvar ama disegnare a tinte forti, senza toni intermedi. E la realtà non è quella, che probabilmente ci si aspetta, degli istituiti religiosi con annessi e connessi, ma quella, ?almodovariana? per eccellenza, delle identità mutanti a colpi di ormoni e qualcos?altro. La pulsione omosessuale, che rimane l?ispirazione dominante in tutto il film (del prete per il bambino, del bambino per il compagno di collegio, del compagno di collegio cresciuto per il fratello del bambino a sua volta cresciuto e diventato transessuale), crea una sorta di leit motiv erotico che disturba, e non certo per falsi moralismi. Disturba perché questa volta è fuori luogo, perché la ?mala educación? che ci si aspetta venga denunciata appare soltanto come una perversione innata nell?essere umano, in cui persino l?abuso da parte di Padre Manolo (Daniel Giménez Cacho) al bambino non scandalizza più di quanto appaia indotto e subordinato.
Ignacio bambino con Padre Manolo
Daniel Giménez Cacho
L?episodio del collegio, quello da cui a ben vedere si è mossa tanta critica, ecclesiastica e non, è forse lo spunto iniziale per permettere al regista, amante di intrighi sentimentali ambigui, di sviluppare una storia a se stante con l?immancabile triangolo amoroso, dove è inutile cercare il collegamento quantomeno ?emotivo? con il tema della pedofilia. Che Ignacio (Francisco Boira), il bambino amato dal prete, sia diventato un transessuale eroinomane, appare l?ennesima forzatura del film, certo non la conseguenza di un abuso, mentale e fisico, subito nell?infanzia. E che il fratello di Ignacio, Juan (Gael Garcìa Bernal), si conceda all?ex prete con tanta disinvoltura, appare ancora meno comprensibile. E che Enrique (Fele Martinez), il primo amore di Ignacio al collegio, diventato regista, soccomba alla sua pulsione erotica nei confronti del fratello di Ignacio, solamente per vedere ?fino a quanto riesce a sopportare?, inutile, non ci convince. La delusione per questo film che ha fatto parlare tanto prima ancora di uscire, e che continua a scomodare critica e religiosi, è direttamente proporzionale alla genialità di cui sappiamo essere capace Pedro Almodòvar. Perché dopo un film come Parla con lei, denso di contenuti interiori e risonanze emotive, probabilmente non ci si accontenta più. La storia che scaturisce dall?episodio incriminato, di per sé, non è banale, volutamente distorta da continui scambi e sovrapposizioni tra finzione cinematografica (Enrique è il regista) e realtà (l?adolescenza violata).
Enriquez Fele MartinezUna storia che sconfina nel giallo, nella caccia all?assassino. Una storia dove i protagonisti sono tutti, chi più chi meno, sessualmente promiscui, e dove si fa fatica a prendere le parti. Per concludere, è la prima volta che vedo qualcuno uscire dal cinema a metà film, un film di Almodòvar s?intende. Questo può essere un buono spunto di riflessione.
Juan_Gael Garcia Bernal
La mala educación
Regia e sceneggiatura: Pedro Almodóvar
Fotografia: José Luis Alcaine
Interpreti: Gael García Bernal, Fele Martínez, Javier Cámara, Daniel Giménez Cacho, Lluis Homar, Francisco Boira, Francisco Maestre, Juan Fernández, Ignanio Pérez, Raúl García Forneiro, Alberto Ferreiro, Petra Martínez, Sandra, Roberto Hoyas, Leonor Watling, Sara Montiel
Nazionalità: Spagna, 2004
Durata: 1h 45?