MASSIMO BERTI

Totò, stanco e certo affaticato dopo la grave malattia subita poco tempo prima e molto turbato dalla sua semicecità, non si dà comunque per finito e ricomincia a recitare.
Il meno fortunato ed impietosamente criticato “Totò, Vittorio e la dottoressa”, è seguito da un tentativo di coppia non propriamente riuscito che vede Totò accompagnato da uno strepitoso Fernandel in “La legge è legge”.
Il film viene concluso in fretta dalla controfigura ufficiale di Totò, Dino Valdi, in quanto la temperatura gelida del set preparato a Cassino non permette all?attore napoletano di lavorare.
Oltre a questo imprevisto, rimane assodato che l?attore francese, per quanto straordinario nel caratterizzare il personaggio di Don Camillo, non lega in maniera brillante con il Principe De Curtis? la comicità d?Oltralpe, si sa, è un?altra cosa.
Il ritorno del grande Totò di sempre porta una brezza importante con “Totò e Marcellino”, in cui il nostro ritrova vigore e fermezza accanto alla piccola star Pablito Calvo, meglio conosciuto per il suo personaggio Marcellino in “Marcellino pane e vino”.
Dopo “Totò, Peppino e le fanatiche”, che vede la collaudata coppia in piena forma, è la volta delle poche, ma grandi scene nel pluripremiato “I soliti ignoti”, dove il famoso scassinatore Dante Cruciani cerca di insegnare un “arte” acquisita in anni di esperienza sul campo ad un?improbabile banda di ladri, del calibro di Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Memmo Carotenuto, Tiberio Murgia.

I soliti ignoti
Il 1959 si apre all?insegna di un forte successo di pubblico e critica, grazie a “I tartassati”.
La coppia Totò-Fabrizi torna all?attacco con questa pellicola dai tono sempre attuali? trattandosi di tasse!
Non più la lotta neo-realista tra guardia e ladro, dunque, ma tra esattore ed evasore, nella quale il maresciallo Topponi (nessuno avrebbe potuto caratterizzare questo personaggio meglio di Fabrizi), ligio al dovere ma pur sempre un essere umano, se la deve vedere con il commerciante Pezzella, tartassato come tutti noi, chi più chi meno?
Le battute comiche piovono a raffica e i due attori mettono tutti d?accordo con la loro splendida e viva interpretazione.
Il successo prosegue nello stesso anno con “Arrangiatevi”.
Totò e Peppino girano una storia che si ambienta all?interno di una ex casa-chiusa, ottenendo le rimostranze di alcuni deputati che proprio l?anno prima, grazie alla legge Merlin, avevano messo in opera la chiusura delle case d?appuntamento.
Pur essendo marginale il ruolo di Totò, i duetti con Peppino sono semplicemente meravigliosi e il film scorre piacevole, divertente ma anche realista.
Giungiamo al 1960, dove Totò inanella ben tre pellicole da urlo, come “Signori si nasce”, “Totò, Fabrizi e i giovani d?oggi” e “Letto a tre piazze”.
I tartassati
Avversato da una parte della critica (si sa, Totò non piaceva quasi mai a tutti?), “Signori si nasce” non fa altro che consolidare sempre più profondamente il perfetto duo comico tra il Principe e il grande Peppino.
Certamente la trama non è delle più riuscite e raffinate, ma i due assi napoletani si divertono come matti nel far divertire, e la scena memorabile nella quale Totò mostra il progetto pensato per una tomba di famiglia al fratello Peppino ne è una chiara dimostrazione.
I gladiatori della recitazione improvvisata, fatta a braccio, fantasia e colpi di genio non lascia spazio al dubbio anche nel “Letto a tre piazze”, dove Totò e Peppino si trovano coinvolti in un involontario concubinismo creato dalla donna amata da entrambi, la quale credendo disperso in Russia il primo, sposa il secondo e si fa oltremodo corteggiare dal suo avvocato di fiducia.
Totò, sull?onda del suo ritrovato e confermato splendore, ritrova il suo amico e collega Aldo Fabrizi.
Infatti, in “Totò, Fabrizi e i giovani d?oggi” la coppia più divertente e riuscita, a mio modesto avviso, dopo quella tra il nostro e Peppino De Filippo, deve fare i conti con il matrimonio che i rispettivi figli architettano innamorandosi perdutamente.
Il severo papà Fabrizi deve cedere continuamente al travolgente papà Totò, e non c?è battuta che non faccia scoppiare una sana risata? come pare accadesse ai protagonisti stessi, i quali dovevano spesso sospendere i ciak per eccesso di riso a causa delle loro battute improvvisate e irresistibili.
Totò sorprende, in modo continuo, sia per le sue stoccate cinematografiche che per la sua fortuna con le donne, che egli ha amato, corteggiato, ma a causa delle quali ha certamente sofferto.
Liliana Castagnola è già stata menzionata nella sua tragicità, ma anche con la sua Diana Rogliani Serena di Santa Croce non fu un rapporto facile e duraturo? ne parleremo nel prossimo appuntamento.
Letto a tre piazze