Anna Rita De Mauro



Ludus Est Nobis Constanter Industria, L.E.N.C.I. appunto, traduce il motto “il gioco è per noi costante lavoro” e la dice lunga sulla filosofia ispiratrice di questa ditta nata a Torino nel 1919, anno in cui, con la fine della guerra, ogni impegno a spazzar via gli orrori vissuti era degno di gran merito. Onori sociali a parte, la Lenci nasce come azienda di alto livello, visto che affida le particolarissime sembianze delle bambole alla creatività di famosi artisti dell?epoca come Dudovich, noto cartellonista e illustratore, ma anche Vacchetta, Sturani e Chessa.

Fu subito successo, e non solo in Italia. Le bambole Lenci diventano presto una sorta di status symbol per l?infanzia, ma anche per gli adulti amatori del genere provocatorio che, in quel periodo, perdevano la testa per esemplari come la “Gigolette”, donnina in miniatura con elegante abito nero, espressione sensuale e tanto di sigaretta in mano. Bambole del genere, esportate addirittura negli Stati Uniti, influenzarono persino la moda femminile. In un articolo pubblicato nel 1923 su Toys and Noveltiers, rivista americana specializzata in giocattoli, si leggeva:”Stilisti e modiste ricevono ordini per abiti e cappelli come quelli che vestono le bambole italiane Lenci”. Senza contare la celebre pettinatura “alla maschietta”, che sembra sia stata ispirata proprio da quelle pupe. Tuttavia, il fenomeno-Lenci doveva gran parte del suo successo al tessuto, un morbido feltro di lana, e ai suoi colori brillanti. Per questo, la produzione della casa torinese presto si estese agli abiti per l?infanzia e ai costumi di carnevale, disegnati da Sturani, e addirittura alle decorazioni per arredamento: paralumi, cestini e altri oggetti, che compiacevano il gusto della borghesia anni Venti. Fino alla crisi economica dovuta alla recessione americana che determina anche per la Lenci un trend negativo delle vendite. E? in quel periodo che la ditta viene rilevata dalla famiglia Garella la quale, in breve tempo, ne ristabilisce le sorti. A un punto tale che la Lenci riesplode in popolarità e molte fabbriche cercano di imitare i suoi prodotti.Un?impresa alquanto difficile viste le risorse della casa Torinese: il design di noti artisti e la continua sperimentazione di nuove tecnologie che portano, per esempio, alla “bambola lavabile” grazie al trattamento del panno di lana con un composto a base di cellulosa. E? datata 1931. Nel ?40, invece, nasce la bambola in feltro laccato, reso rigido e impermeabile da speciali accorgimenti, che viene pubblicizzata da un famoso manifesto Lenci in cui una bambina è ritratta mentre immerge la bambola in una tinozza d?acqua saponata.

UN OMAGGIO ALLE STAR

Josephine Backer, Shirley Temple, i regnanti di Monaco e Gran Bretagna , sono stati tra gli ammiratori e i collezionisti più famosi delle bambole Lenci. E di alcuni di loro, le artistiche fattezze delle bambole di feltro ritraggono l?aspetto. Una bambola Lenci color cioccolato, con vistose labbra in panno rosso e un gonnellino di banane, ad esempio, somiglia molto da vicino alla soubrette Backer. Un?altra, con faccino birbone e i mitici riccioli d?oro, è la copia perfetta di Shirley Temple che la teneva sempre in mano nel film del 1936 Bright Eyes, regalo del regista. Ora, questa preziosa pupa è custodita nella “Shirley Temple Collection”, in California, che conta numerosi pezzi rari. “Chiara”, una bambola del 1930, fu fatta omaggio a Lady Diana, nel 1985, come benvenuto in Italia dalla principessa Donà delle Rose. Per via della sorprendente somiglianza con la nobildonna inglese. Nel 1956, poi, il comitato d?onore di Monaco che organizzò le nozze del principe Ranieri con Grace Kelly, commissionò alla famiglia Garella due bambole con i vestiti monegaschi da regalare agli sposi.
Persino Rodolfo Valentino, con i suoi lineamenti ammaliatori, ispirò il creatore di una bambola Lenci, fermata nella stessa espressione passionale del celebre latin lover. Pezzi da collezionismo che contano cifre a sei zeri. Molti di questi modelli rari possono essere ammirati in famosi musei di New York, Chicago, Parigi e Tokio.


INTERVISTA A LAZZARO GARELLA,PROPRIETARIO DELLA DITTA LENCI


D- Qual è la fisionomia della ditta?
R.- La lenci è un ditta storica che si accinge a compiere gli 80 anni di attività e che ha segnato un pezzo di storia italiana.Le bambole Lenci sono conosciute e apprezzate in tutto il mondo ed è molto forte la richiesta dei nostri prodotti sul mercato del collezionismo statunitense,inglese e tedesco.
D.- Come si può collocare al giorno d?oggi una bambola Lenci nel mondo dell?era virtuale e tecnologica?
R.- Una bambola Lenci è al di fuori del tempo,è una balocco da collezione e pertanto va considerato come un bene prezioso che incrementa il suo valore con il passare degli anni.Ci sono bambole della prima collezione Lenci,create negli anni Venti e disegnate da importanti artisti futuristi,che valgono milioni e che rappresentano personaggi e attori famosi all?epoca della loro creazione.
D.- Cosa ispira la Lenci a mantenere vivo questo amore per la tradizione e quali sono le prospettive future?
R.- Sicuramente,la tradizione e l?arte dell?artigianato fanno parte integrante di questo amore che dura da 80 anni. Ma la nostra azienda volge anche uno sguardo al futuro lanciando prossimamente sul mercato una linea di tessuti collegati anch?essi alla tradizione artistico-culturale italiana.Infatti presto si troveranno in commercio tessuti del marchio Lenci con un disegno creato apposta dallo scultore Mario Sturani negli anni Venti e Trenta. La Lenci del futuro è una ditta che riassume nello stesso contesto il rispetto per la tradizione, proponendo accanto ai nuovi modelli le collezioni che ne hanno fatto la storia, e la ricerca per l?ideazione di nuovi prodotti.