Nicoletta Campanella
Quei sigaretti al sapore di vaniglia, per i quali i ventenni di Roma e di Milano dicono di impazzire: ne tengono sempre più di due nelle tasche del jeans, come ausilio trendy, per una serata giusta; quel sigarillo che atteggia e non impegna, per il quale la donna «del nuovo Millennio» si concede alla seduzione; quello classico per tradizione e fantastico per profumo nel tubo salvaroma, eccellente compagno di viaggio, anche per un velocista come Michael Schumacher, hanno, in comune, un?origine, se non mitica, fiabesca. I natali glieli diede, un secolo e mezzo fa, la Fabbrica Tabacchi Brissago, sulla verde sponda svizzera del lago Maggiore. La Storia racconta che, in pieno periodo risorgimentale, alla vigilia dei moti che portarono all?Unità d?Italia, alcuni esuli seguaci di Giuseppe Mazzini, sfuggiti al giogo dell?Impero Austro Ungarico, dalla Lombardia trovarono rifugio ed ospitalità nella neutrale Brissago, ben presto trasformata in un crocevia per i traffici di merci di contrabbando e, soprattutto, in luogo di scambio delle nuove idee di stampo liberale. Quasi un paradiso terrestre per quei Signori di allora – tutt?oggi, Brissago e le sue Isole sono un sogno subtropicale dai profumi e dalle bellezze d?una vegetazione a vedersi, in Svizzera, straordinaria: dagli eucalipti australiani alle palme dei tropici, il parco botanico riunisce varietà e specie dei cinque continenti. Allora, mancava solo una voluttà perché paradiso terrestre lo diventasse a tutti gli effetti: il Virginia.
Un tipo di sigaro, in quel periodo molto in voga, lungo e stretto, con all?estremità un bocchino di paglia, chiamato Virginia dal luogo di provenienza delle foglie di tabacco americano, e fabbricato a Venezia dalla Regia Austriaca dei Tabacchi. Così, accadde che: piuttosto di rinunciare agli anti patriottici sigari austriaci gli esuli ospiti ed esponenti della borghesia brissaghese decisero di fondare, in territorio libero e neutrale, una fabbrica di tabacchi, in diretta concorrenza con quella veneziana.
Era il 29 aprile del 1847, quando la Fabbrica Tabacchi Brissago sorse sulla fiorita riva del lago Maggiore. Naturalmente, il successo fu immediato…Il Virginia fu ribattezzato Sigaro di Brissago, e, ancora oggi, dopo i suoi otto mesi di stagionatura, vanta un fascino irresistibile. E, quelle stesse ricette segrete, che quel prezioso tecnico della Regia Austriaca di Venezia passato con gli esuli patriottici si portò con sé a Brissago, garantiscono, tutt?ora, il successo dei famosissimi toscani Pedroni, fasciati con il miglior tabacco Kentucky, affumicato e selezionato presso i coltivatori della regione di Springfield nel Tennessee (USA), e consentono di sperimentare nuove formule.
Il successo dei Moods è l?esempio più eclatante degli ultimi due anni, vissuto in concomitanza con l?ingresso della Fabbrica nel Gruppo Burger di Burg – Argovia (Svizzera). Per la ditta S.p.A. – impegnata, dal 1864, unicamente nel settore del tabacco e con un giro d?affari sui 250 milioni di USD – vuole dire surfare sull?onda del successo, con un gioiello di tradizione e di cultura; per la Fabbrica Tabacchi Brissago vuole dire continuare a lavorare, secondo la sua storia, al passo con i tempi. Nella fase di riassetto del gruppo di lavoro e della restaurazione e ampliamento del complesso, le mani delle operaie – un?ottantina, quasi tutte di giovane età – hanno proseguito, indisturbate, a maneggiare tabacco, alternando, come oramai avviene da quindici anni, fasi meccanizzate, in verità circoscritte all?avvolgimento e al confezionamento, a quelle artigianali. Visitare la Fabbrica Tabacchi Brissago è auspicabile, nonché possibile, facendone richiesta per piccoli gruppi ed in tempo utile. Un viaggio prelibato da non perdere per vista, olfatto e tatto e per storia, memoria e conoscenza.
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