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Essendo l?Ecuador un paese molto religioso, la tradizione natalizia si esprime con la rituale novena di Natale che inizia a metà mese e finisce la sera della vigilia. Normalmente queste novene vengono celebrate in casa riunendo amici e vicini e che si prolungano con canti e offerta di cibo. La sera del 24 la famiglia si riunisce per la tradizionale cena ?Cena de Nochebuena? La tradizione impone tacchino ripieno o pollo con salse di prugne secche, riso con formaggio, mais e vino. Sempre nella sera della vigilia la messa di Natale chiamata ?misa del gallo?o la ?misa al Niño?. Una messa molto lunga e solenne.
Molto delle antiche tradizioni pagane sono state associate a quelle religiose dando origine a celebrazioni particolari che si svolgono durante l?avvento e si diversificano da paese a paese.
A Isinche en Pujilì nella provincia del Cotopaxi si celebra l?avvento in onore al Santo Niño con canti e fuochi d?artificio. La devozione a questa immagine del Bambino Gesù risale al 1730, nel periodo coloniale, quando il convento dei gesuiti, punto di raccolta dei trovatelli, trovò avvolto in un fagotto non un bambino ma la figura intagliata nel legno del Bambino Gesù.
Si dice che la statuetta cresce di un centimetro ogni anno e qualcuno addirittura lo ha visto giocare nei campi in mezzo ai fiori e zappare il terreno.
Questo Santuario è molto conosciuto e venerato nella regione sia dagli ecuadoriani quanto dai turisti per la sua comparsa quasi miracolosa che obbligò i fedeli dell?epoca a costruire una cappella.
Il proprietario della hacienda de Isinche costruì la cappella e fu il primo priore della festa in onore al Bambino Gesù che perdura fino ai nostri giorni. Si svolge in tre giorni con la Vigilia, la Processione e la Messa e vi partecipano oltre ai fedeli il comitato della festa che conta il priore, che avanza in testa alla processione insieme alle donne in abiti tradizionali con candele accese, i Tre Re Magi, e i personaggi in maschera con il viso ricoperto da una maschera nera che fanno da palafrenieri al Bambino Gesù impersonato da un bambino vestito da re su un cavallo dai ricchi finimenti e addobbi. Infine, a chiusura della processione, ?los negros de camisa? personaggi del popolo vestiti con camice bianche e cinture colorate che offrono liquori, sigari e dolci.
Il Santuario del Niño de Isinche si trova a cinque chilometri dal centro di Pujilì ed a due ore di autobus da Quito.
Anche la processione del Niño a Cuenca è una tradizione molto antica il cui scopo principale è festeggiare la nascita del Bambino Gesù. Questa manifestazione religiosa unisce una straordinaria ricchezza di simbolismi pagani e tradizionali della cultura indigena e meticcia.
Con l?arrivo degli spagnoli, il popolo si convertì alla religione cristiana e non si hanno informazioni precise di quando iniziò la devozione al Bambino Gesù pero si può indicare con esattezza l?anno 1823 quando l?immagine del Niño Viajero, questo è l?attuale appellativo, passò alla famiglia de Doña Josefa Heredia, la quale iniziò il culto al Bambino Gesù e dopo quattro generazioni l?immagine sacra arriva nelle mani del religioso Miguel Cordero Crespo che negli anni sessanta decide di fare un viaggio in Europa ai più importanti santuari fino a Gerusalemme portando con sé l?immagine e collocandola dove nacque duemila anni fa il Cristo a Betlemme e cogliendolo l?opportunità di farla benedire anche dal Santo Padre Paolo XXIII a Roma.
L?immagine del Bambino Gesù fece ritorno in Ecuador dove i fedeli l?apostrofarono con il nome di ?Niño Viajero? per il lungo viaggio fatto.
La celebrazione dell?evento che si svolge il 24 dicembre, è preparato con un mese di anticipo da parte del popolo e fedeli.
Il giorno della vigilia il popolo rende omaggio al Bambino Gesù con una grande processione di carri allegorici di grande effetto che rappresentano le diverse scene bibliche uniti dalla folla di pastori, angeli, re magi ma anche da gitani, cow boys andini e figuranti in abiti tradizionali di Cuenca, campesinos con cavalli adorni di ricchi e colorati finimenti che offrono frutta, liquore e dolci.